Diritto internazionale dei diritti umani e dei conflitti armati: guerra e pace
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ultimo aggiornamento: 12.03.2008
   
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Alleanza Atlantica e 11 settembre Dagmar de Mora-Figueroa
La risposta della NATO al terrorismo
Paper

L'Autore si occupa di questioni relative al terrorismo nella Divisione pianificazione e politica di difesa della NATO.

(c) Nato Review, 3, 2005
"Combattere il terrorismo"
http://www.nato.int/docu/review/2005/issue3/italian/contents.html

Pubblicazioni
Centro italiano Studi per la pace
www.studiperlapace.it - no ©
Documento aggiornato al: 2005

 
Sommario

La reazione della NATO all'11 settembre è stata immediata e decisa, avendo attivato, per la prima volta nella storia, l'articolo 5 del Trattato di Washington, che ne costituisce la clausola di difesa collettiva.

 
Abstract
 

I recenti attacchi terroristici in Inghilterra, Iraq, Turchia ed altrove, come pure gli anniversari dell'11 settembre di quattro anni fa e del massacro della scuola di Beslan dello scorso anno ci rammentano rudemente che la lotta al terrorismo deve continuare a costituire una priorità nell'agenda dell'Alleanza.

In passato, al terrorismo non è sempre stata attribuita altrettanta importanza fra le preoccupazioni della NATO nel campo della sicurezza. Anche se il Concetto strategico del 1999, il documento che elenca le sfide che la NATO deve fronteggiare ed i modi in cui affrontarle, considerava il terrorismo come una nuova minaccia nell'era del dopo Guerra Fredda, gli alleati hanno attribuito poca attenzione collettiva a questo problema fino agli eventi dell'11 settembre 2001. Vi è stato scarso dibattito politico sulla natura e le origini del terrorismo, o sulle implicazioni del terrorismo per i concetti, le politiche, le strutture e le capacità dell'Alleanza. Da allora, comunque, quasi ogni aspetto dell'attività in ambito NATO è stato riconsiderato alla luce della minaccia che il terrorismo pone alle nostre popolazioni e alle nostre forze.

La reazione della NATO agli attacchi contro gli Stati Uniti è stata immediata e decisa. Prima che fossero trascorse 24 ore, gli alleati hanno attivato, per la prima volta nella storia della NATO, l'articolo 5 del Trattato di Washington, che ne costituisce la clausola di difesa collettiva. Subito dopo, aderendo alle richieste degli Stati Uniti, è stata approvata tutta una serie di misure iniziali di sostegno. Queste comprendevano: rafforzata condivisione dell'intelligence sul terrorismo; assistenza agli alleati e ad altri stati oggetto di accresciute minacce terroristiche in conseguenza del loro sostegno alla campagna contro il terrorismo; accresciuta sicurezza per le strutture sul territorio della NATO; consolidamento di selezionate risorse della NATO necessarie per sostenere le operazioni contro il terrorismo; generale permesso di sorvolo per i voli militari relativi ad operazioni contro il terrorismo; utilizzo di porti ed aeroporti per tali operazioni; dispiegamento di forze navali della NATO nel Mediterraneo orientale; e dispiegamento di aerei del sistema aviotrasportato di avvistamento a distanza e controllo della NATO (AWACS) negli Stati Uniti (per ulteriori dettagli sui primi aiuti della NATO, si veda l'articolo Aiutare l'America nel numero Inverno 2001 della Rivista della NATO.

Da allora, sulla base dell'impulso politico e delle direttive emanate nel vertice NATO di Praga (2002) e di Istanbul (2004), l'Alleanza ha cercato di dare un efficace e sostanziale contributo alla lotta della comunità internazionale contro il terrorismo. A tale scopo, ha inserito il terrorismo nello sviluppo delle sue politiche, dei suoi concetti, delle sue capacità e dei suoi partenariati.

Politica

Dal 2001, l'Alleanza ha sviluppato ed articolato una coerente politica riguardo al terrorismo. Tale politica, manifestatasi nelle dichiarazioni dei vertici e delle riunioni ministeriali e nelle decisioni del Consiglio Nord Atlantico, associa, ad una vigorosa condanna del terrorismo in tutte le sue forme, un impegno all'unità e alla solidarietà di fronte a questa minaccia, ed una determinazione a combatterlo finché sarà necessario. Dato che i terroristi cercano di distruggere i valori che sono alla base dell'Alleanza e che questi valori sono condivisi dai partner, è fondamentale mantenere l'unità e la solidarietà nella lotta al terrorismo.

I contributi della NATO a ciò che certamente costituisce una lunga e difficile lotta rispecchiano i vantaggi comparati dell'Alleanza e si basano sulla sua attuale esperienza. Allo stesso tempo, data la natura multiforme della minaccia, la cooperazione con i paesi partner della NATO e con altre organizzazioni internazionali è diventata un aspetto fondamentale dell'approccio della NATO al terrorismo. Il terrorismo è ora un argomento costante sia nell'agenda del Consiglio Nord Atlantico che in quella del Consiglio di partenariato euro-atlantico. Le regolari consultazioni sul terrorismo fra alleati e partner e con altre organizzazioni favoriscono valutazioni comuni ed azioni concertate, contribuendo così ad assicurare una risposta internazionale univoca nella lotta al terrorismo.

Concetti e dottrine

Quasi tutti i concetti e le dottrine dell'Alleanza sono stati riesaminati alla luce della minaccia posta dal terrorismo. Il più importante tra gli altri documenti dell'Alleanza su tale argomento è il Concetto militare della NATO per la difesa contro il terrorismo, approvato nel vertice di Praga. Con la sua approvazione, la difesa contro il terrorismo è divenuta parte integrante delle missioni delle forze dell'Alleanza.

Il Concetto militare esplicita quale possa essere il contributo che le forze militari dell'Alleanza sono chiamate a dare in tale contesto, e consente loro di prepararsi a tali ruoli operativi. Di conseguenza, la difesa contro il terrorismo ora include le attività delle forze militari, che in base alle decisioni del Consiglio Nord Atlantico, avranno il compito di dissuadere, difendere, impedire e proteggere dagli attacchi terroristici, o dalle minacce di attacchi, diretti dall'esterno, le popolazioni, il territorio, le infrastrutture e le forze, prevedendo pure l'azione contro i terroristi e coloro che forniscono loro copertura. Se richieste, le forze militari forniranno anche assistenza alle autorità nazionali nell'affrontare le conseguenze degli attacchi terroristici, specie nel caso in cui tali attacchi includessero armi chimiche, biologiche, radioattive e/o nucleari (CBRN).

Rompendo con il passato, allorché si riteneva improbabile che la NATO potesse agire al di fuori dell'area euro-atlantica, il Concetto militare prevede che le forze possano essere dispiegate ogni qualvolta e dovunque si rendesse necessario, sulla base di una decisione del Consiglio Nord Atlantico. Prevede inoltre la possibilità di un'azione militare della NATO, su richiesta o se autorizzata dal Consiglio di sicurezza dell'ONU, a sostegno o quale parte delle iniziative della comunità internazionale, includendo tra queste anche operazioni in risposta ad una crisi. Sulla base del Concetto militare, di conseguenza, altri concetti, dottrine e piani militari sono stati rivisti o elaborati (per ulteriori dettagli sul Concetto militare della NATO per la difesa contro il terrorismo, si veda il documento Military Concept for Defence against Terrorism .

Capacità

Gli alleati hanno anche attuato una serie di misure per rafforzare le loro capacità militari per fronteggiare il terrorismo. Numerose iniziative fondamentali, tra cui un laboratorio mobile per analisi nucleari, chimiche e biologiche (NBC), una squadra di intervento in situazioni NBC, un centro di eccellenza virtuale per la difesa da armi NBC, un sistema NATO di scorte di agenti per la difesa biologica e chimica e di monitoraggio delle malattie provocate, vengono sviluppati per migliorare le difese della NATO contro le armi NBC. Inoltre, un Battaglione per la difesa CBRN della NATO è stato creato per rispondere e gestire le conseguenze dell'uso di armi di distruzione di massa, specie se usate contro le forze dispiegate (per ulteriori dettagli sul Battaglione per la difesa CBRN, si veda l'articolo Accrescere le capacità CBRN della NATO in questo numero della Rivista della NATO).

Anche la Conferenza dei Direttori nazionali degli armamenti della NATO si è data un ambizioso programma di lavoro per la difesa contro il terrorismo che include la protezione degli aeromobili di grandi dimensioni dai sistemi terra-aria portatili, i cosiddetti MANPADS; la protezione di navi e porti, la protezione di elicotteri; la reazione a bombe di fattura artigianale; individuazione, protezione ed eliminazione delle armi CBRN; nuove tecnologie per l'intelligence, la ricognizione, la sorveglianza, e l'acquisizione dell'obiettivo concernenti il terrorismo; smaltimento dei proiettili esplosivi e protezione di infrastrutture ed installazioni sensibili, come oleodotti ed impianti nucleari (per ulteriori dettagli su questo programma, si veda l'articolo Combattere il terrorismo con la tecnologia nel numero Autunno 2004 della Rivista della NATO .

In senso più ampio, anche le attività della NATO volte a migliorare le proprie capacità militari per poter effettuare l'intera gamma delle sue missioni contribuiscono a rafforzare la risposta dell'Alleanza al terrorismo. Ci si riferisce in particolare alla creazione della Forza di risposta della NATO, alla nuova Struttura di comando e all'Impegno sulle capacità di Praga.

Un'altra importante capacità per combattere il terrorismo è rappresentata da un'efficace intelligence. Ciò contribuisce ad una comune comprensione delle minacce terroristiche ed alla preparazione di adeguate risposte. Rafforzare la condivisione dell'intelligence tra alleati e partner è, perciò, un'alta priorità all'interno dell'Alleanza.

E' stata creata una Unità di intelligence per la minaccia terroristica con il compito di accrescere la condivisione dell'intelligence e l'analisi sul terrorismo. Questa Unità si basa su risorse di intelligence civili e militari, sia dei paesi NATO che partner, al fine di fornire valutazioni al Consiglio Nord Atlantico ed al Segretariato della NATO. Inoltre, è in corso un vasto riesame delle strutture di intelligence dell'Alleanza. Ciò detto, in questo settore c'è ancora molto da fare per assicurare un'efficiente produzione di dati di intelligence che funga da base alle decisioni politiche. In particolare, sarà importante definire più chiaramente i tipi di intelligence che potrebbero più utilmente essere condivisi tra tutti gli alleati. L'intelligence operativa, che essendo ad alta sensibilità è quella che i servizi di intelligence sono più riluttanti a condividere, è forse meno importante per gli scopi dell'Alleanza rispetto alle valutazioni e agli accertamenti di natura più strategica.

La gestione delle conseguenze

Alleati e partner collaborano per migliorare la preparazione civile contro possibili attacchi terroristici. Particolare preoccupazione riveste la possibilità di danni di portata catastrofica causati da attacchi contro le popolazioni civili con agenti chimici, biologici, nucleari o radioattivi. Una serie di "regole basilari e direttive non vincolanti per i primi interventi concernenti la pianificazione, l'addestramento, le procedure e l'equipaggiamento nel caso di eventi di tipo CBRN" viene attualmente sviluppata e numerose iniziative sono in corso per proteggere le fondamentali infrastrutture civili. Questa attività è in parte di natura concettuale ed in parte consiste nell'identificare ed addestrare le capacità che alleati e partner mettono a disposizione per rispondere a tali attacchi, per esempio, attraverso il Centro euro-atlantico di coordinamento degli interventi in caso di calamità (EADRCC) e nell'eventuale utilizzo dei mezzi di difesa CBRN dell'Alleanza.

Si dovrebbero anche valutare attentamente le implicazioni del fallimento della dissuasione e della prevenzione. Pertanto, occorre concepire una pianificazione della contingenza per rispondere a gravi forme di distruzione causate da attacchi terroristici, in particolare se questi ultimi includono armi di distruzione di massa. In tale contesto, una rafforzata cooperazione civile-militare nella gestione delle conseguenze e nella preparazione potrebbe contribuire ad una più efficace risposta.

Operazioni

Le operazioni della NATO hanno mostrato, direttamente o indirettamente, la preparazione e la determinazione dell'Alleanza ad agire in modo deciso contro la minaccia del terrorismo. È appunto attraverso le operazioni che le politiche, i concetti e le capacità si traducono in azione. La competenza e le risorse fondamentali della NATO - la sua struttura militare integrata, una assai sviluppata capacità di pianificazione operativa, e le procedure per mobilitare un'ampia gamma di risorse e di capacità militari europee e nord americane - le consentono di attivare un'intera gamma di importanti operazioni militari multinazionali, tra cui quelle concernenti la lotta contro il terrorismo.

L'Operazione Active Endeavour, l'operazione antiterrorismo della NATO nel Mediterraneo, dimostra chiaramente la determinazione e la capacità dell'Alleanza nel rispondere al terrorismo. Avviata nell'ottobre 2001 allorché si decise di attivare l'articolo 5 del Trattato di Washington, ebbe come primo compito quello di pattugliare il Mediterraneo orientale e di controllare il naviglio mercantile. L'operazione venne successivamente estesa per includervi il servizio di scorta al traffico navale civile attraverso lo Stretto di Gibilterra e la possibilità di ispezionare dietro consenso le navi sospette, mentre il suo ambito geografico veniva ulteriormente esteso all'intero Mediterraneo. L'Operazione Active Endeavour continua a suscitare in modo crescente l'attenzione dei partner della NATO. Sono stati conclusi degli accordi con Russia e Ucraina riguardo al loro appoggio all'operazione. Dei negoziati sono inoltre in corso con molti paesi del Dialogo Mediterraneo su come potrebbero sostenere l'operazione (per ulteriori informazioni su Active Endeavour, si veda l'articolo La lotta contro il terrorismo nel Mediterraneo in questo numero della Rivista della NATO).

Viene inoltre fornito sostegno pratico ai paesi alleati che ospitano particolari riunioni ed eventi di notevole importanza. Questo tipo di assistenza è cominciato immediatamente dopo l'11 settembre con l'Operazione Eagle Assist, con cui, tra l'ottobre 2001 e il maggio 2002, si è messo a disposizione degli Stati Uniti un sostegno aviotrasportato di avvistamento a distanza. Successivamente, un simile sostegno è stato fornito alle riunioni ad alto livello come i vertici della UE e della NATO; così pure ai Giochi olimpici di Atene nel qual caso, oltre al sostegno aviotrasportato di avvistamento a distanza, sono stati dispiegati elementi del battaglione NATO per la difesa CBRN.

Le operazioni a guida NATO in Afghanistan e nei Balcani occidentali contribuiscono ad impedire che gruppi terroristici o di estremisti minino gli sforzi per la pace e la stabilità. La Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (ISAF) a guida NATO in Afghanistan ha, fra le altre cose, sostenuto le varie fasi delle elezioni presidenziali e parlamentari e con ciò ha contribuito a garantire che il processo di Bonn, cioè il programma per la stabilizzazione del paese sostenuto a livello internazionale, non venisse sabotato da gruppi terroristici o di estremisti. In Kosovo, KFOR continua a raccogliere informazioni di intelligence sui gruppi estremisti e terroristici per ridurre la loro libertà di movimento, tra l'altro attraverso la sorveglianza dei confini e dei confini interni della provincia. In Bosnia Erzegovina, il quartier generale della NATO ancora presente a Sarajevo ha conservato una capacità di sostegno alle attività antiterrorismo che rientra nel suo compito di assicurare la protezione della forza. I quartier generali della NATO di Skopje (Repubblica ex jugoslava di Macedonia*) e di Tirana (Albania) forniscono consulenza alle autorità locali sulla riforma della difesa e sulle operazioni di interdizione dei confini, contribuendo con ciò a rafforzare le capacità antiterrorismo proprie di ciascun paese.

La cooperazione internazionale

L'impegno della NATO ad operare con i partner e con altre organizzazioni internazionali contro il terrorismo si è manifestato in una serie di iniziative e di misure concrete. L'atto istitutivo del Consiglio NATO-Russia, istituito nel maggio 2002, identificava il terrorismo come un settore fondamentale per la consultazione e la cooperazione pratica NATO-Russia, di conseguenza un Piano d'azione contro il terrorismo è stato approvato nel dicembre 2004 (per ulteriori informazioni sulla cooperazione NATO-Russia in questo campo, si veda l'articolo La collaborazione NATO-Russia per combattere il terrorismo in questo numero della Rivista della NATO). La lotta contro il terrorismo costituisce anche un importante aspetto dell'intensificato dialogo della NATO con l'Ucraina. Il Piano d'azione del partenariato contro il terrorismo, approvato nel novembre 2002, fornisce una struttura per la cooperazione della NATO in questo ambito con tutti i propri partner (per ulteriori dettagli su questo programma, si veda l'articolo Collaborare con i partner per combattere il terrorismo nel numero Primavera 2003 della Rivista della NATO . Inoltre, i sette paesi del Dialogo Mediterraneo possono partecipare ad attività del Piano d'azione del partenariato contro il terrorismo in base allo specifico caso.

Il ruolo dell'Alleanza in Afghanistan è stato fondamentale per portare ad un nuovo livello la cooperazione con le Nazioni Unite contro il terrorismo. Nel frattempo, vengono rafforzate le relazioni con il Comitato antiterrorismo dell'ONU e con specifiche agenzie dell'ONU, in particolare nel campo della pianificazione civile di emergenza. Si perseguono attivamente consultazioni e scambi di informazioni con l'Unione Europea sul terrorismo e la proliferazione delle WMD. Vi sono anche regolari consultazioni con l'OSCE, tra cui, in particolare, sui MANPADS, sugli aspetti economici del terrorismo e sulle questioni relative al controllo dei confini. Inoltre, la NATO collabora con EUROCONTROL, con l'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile e con l'Associazione internazionale del trasporto aereo per migliorare il coordinamento civile-militare nel controllo del traffico aereo.

Il riproporsi di atti terroristici ci rammenta che occorre fare di più per sconfiggere questo flagello. L'Alleanza, con la sua fondamentale dimensione transatlantica, con i suoi partenariati, e con la sua competenza senza eguali, può e deve apportare un contributo significativo a questa lotta a lungo termine. A tale riguardo, i capi di stato e di governo hanno affidato alla NATO un programma altrettanto impegnativo. A noi ora non resta che assicurarne la piena ed efficace attuazione.