Diritto internazionale dei diritti umani e dei conflitti armati: guerra e pace
I soggetti delle migrazioni forzate :: Studi per la pace  
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ultimo aggiornamento: 12.03.2008
   
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Versione integrale
I soggetti delle migrazioni forzate
Tesi di laurea

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI
Facoltà di Scienze Politiche
Corso di laurea in Scienze Politiche
Tesi in Sociologia Giuridica

Titolo origiario:
INTERNALLY DISPLACED PERSONS (IDP'S): SOGGETTIVITÀ MIGRANTI

Relatore:
Chiar.mo Prof. Francesco Saverio Nisio

Anno Accademico 2003-2004
Pubblicazioni
Centro italiano Studi per la pace
www.studiperlapace.it - no ©
Documento aggiornato al: 2004

 
Sommario

Si calcola che nel 1999 in tutto il mondo ci fossero circa 20 milioni di sfollati in circa 40 Paesi: gli sfollati (IDPs) non sono un fenomeno dei soli paesi del Terzo Mondo, ma ne abbiamo un esempio nella moderna Europa (basti pensare all'ex Jugoslavia). Ma come si può affrontare questo problema dal punto di vista giuridico e operativo? Come affrontare le situazioni di quelle popolazioni a cui viene a mancare la tutela dei diritti umani all'interno di uno Stato, senza dover ricorre alle guerre preventive che certo non sono risolutive?

 
Indice dei contenuti
 
INTRODUZIONE

CAPITOLO 1
GLOBALIZZAZIONE E MIGRAZIONI


1. GLOBALIZZAZIONE ED EFFETTI NEI PROCESSI MIGRATORI
2. LOTTA ALLE MIGRAZIONI IRREGOLARI
3. LA CHIUSURA DELLE FRONTIERE: EFFETTI SUI MIGRANTI FORZATI
4. CRESCE L'ATTENZIONE INTERNAZIONALE PER LE MIGRAZIONI FORZATE

CAPITOLO 2
DIRITTI UMANI ALL'INTERNO DEL NUOVO ORDINE MONDIALE


1. SOVRANITÀ E MODIFICHE NELLA TUTELA DEGLI INDIVIDUI
2. LA TUTELA DEGLI INDIVIDUI NEL DIRITTO INTERNAZIONALE E NEL DIRITTO UMANITARIO INTERNAZIONALE
3. IL MODELLO COSMOPOLITICO

CAPITOLO 3
GUERRA MODERNA E CONFLITTI ETNICI


1. TEORIA GENERALE DEI CONFLITTI
2. VECCHIE E NUOVE GUERRE
3. CONFLITTO ETNICO
4. NAZIONALISMO E CONFLITTO ETNICO
5. GUERRA UMANITARIA

CAPITOLO 4
INTERNALLY DISLACED PERSONS: SOGGETTI DELLE MIGRAZIONI FORZATE


1. CHI SONO GLI INTERNALLY DISPLACED PERSONS IDPs
2. DIFFERENZA TRA IDPs E RIFUGIATI
3. INTERVENTO SUL CAMPO: SUPPORTO AGLI IDPs
4. DIBATTITO LEGALE SULLA CONDIZIONE DI IDPs


CAPITOLO 5
DISSOLUZIONE DELLA JUGOSLAVIA ED EFFETTI NELLE MIGRAZIONI INTERNE NEL CASO KOSOVO


1. NAZIONALISMO BALCANICO E DISSOLUZIONE DELLA JUGOSLAVIA
2. INTERVENTO MILITARE IN KOSOVO: CONSEGUENZE SULLA POPOLAZIONI CIVILI
3. IL KOSOVO DOPO LA GUERRA
4. IDPs IN SERBIA: CONDIZIONE GIURIDICA

CONCLUSIONI
 
Abstract
 

I profughi e più in generale chi scappa da situazioni di guerra o catastrofe naturale, vengono convenzionalmente definiti dagli operatori umanitari internally displaced persons (IDPs).

A causa dell'ormai avviato processo verso la fine dello Stato nazione e della modifiche negli equilibri internazionali, essi un fenomeno che necessita di nuove forme di tutela li liberi dal vuoto di competenze in cui versano.

Occuparsi di IDPs, significa distinguere tra un piano teorico-giuridico, e quello pratico del lavoro sul campo. Le forme di aiuto di cui beneficiano gli IDPs, sono nella maggior parte delle situazioni frutto della diretta esperienza, sensibilità e volontà di operatori umanitari.

Nel 1992 in un documento redatto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, prepose di operare per mettere d'accordo gli operatori e le Organizzazioni Governative e quelle non governative (ONG), che lavorano in situazione di emergenza con vittime civili, su una definizione comune di IDPs .

Nel 1998 che grazie al lavoro condotto da Frencis R. Deng lo Speciale Rappresentate dell'Acnur sulle questioni degli IDPs che si comincia a monitorare l'espansione mondiale del fenomeno. Gli obiettivi del rappresentante F.R.Deng sono sostanzialmente tre:

1) redigere un'analisi delle norme legali a tutela degli IDPs,

2) analizzare l'esistenza di aspetti istituzionale e coordinare le agenzie dell'ONU,

3) ultimo compito è quello di visitare personalmente i luoghi con presenza di sfollati per redigere dei rapporti conoscitivi sulle varie situazioni.

Il primo obbiettivo è stato raggiunto sono stati compilati e tracciati gli aspetti normativi della protezione agli IDPs, che potessero essere di aiuto nel lavoro sul campo per coloro che ad essi rivolgevano il loro lavoro.

Ciò è stato fatto attraverso la stesura della "The Guiding Principals" un documento prodotto da un team di esperti legali di livello internazionale, con la collaborazione dell'ACNUR che ha immaginato una serie di situazioni base nella quale le agenzie ONU, altre agenzie governative, agenzie non governative (ONG) e rappresentanze regionali, avrebbero potuto incontrare sul campo. In questa occasione è stata stilata una definizione di IDPs:

"persone o gruppi di persone che sono state costrette a fuggire o forzate a fuggire o lasciare la loro abituale residenza che non abbiano attraversato una frontiera internazionalmente riconosciuta, in modo particolare come risultato di un confitto,o in modo da evitare un conflitto armato,per situazioni di generale violenza, violazione dei diritti umani o disastri naturali o dall'uomo provocati ".

La definizione fornisce una panoramica abbastanza ampia dei motivi che determinano il displacement (spostamento) su un territorio, tra i motivi elencati nella definizione, sicuramente il più comune per lo spostamento di popolazione è configurato nei conflitti. Nel passato la maggioranza dei conflitti avveniva tra stati. Lo spostamento di popolazione civile era un effetto delle ostilità e gli sfollati potevano contare sul supporto fornito dal loro governo e dal resto dei cittadini. Lo spirito di solidarietà viene invece a diminuire e a mancare in situazione di conflitto civile, in quanto gruppi particolari di persone vengono identificate con il nemico e bersagliate.

Disperdere la popolazione sul territorio risulta essere parte di una strategia, per indebolire l'avversario e privarlo del supporto dei civili, a volte però costringere la popolazione a migrare in modo forzato rappresenta l'obbiettivo del conflitto. Inoltre, mentre i conflitti del passato erano combattuti tra eserciti regolari, oggi gli attori non statali, quali eserciti irregolari e forze paramilitari diventano i responsabili nei casi di sfollamento.

Sebbene "The Guiding Principals" non siano uno strumento da utilizzare obbligatoriamente né da parte degli operatori, né da parte degli stati in cui si verificano fenomeni di displacement, in essa è racchiusa una consapevolezza giuridica che ne fa lo strumento più adatto da impiegare. Esse si basano su esistenti norme di diritto umanitario, di difesa dei diritti umani e su norme di difesa dei rifugiati.

Il documento che è redatto in 30 punti chiave cerca d'individuare le specifiche necessità degli sfollati. Ad esempio si esplicita, laddove nel passato era solo un fatto implicito, che gli IDPs non possono essere rispediti con la forza in zone non sicure, si prevedono particolari protezioni per le donne e i bambini, gli sfollati hanno diritto ad un indennizzo o una riparazione per i beni mobili o immobili perduti (art. 21) e di protezione dell'integrità fisica e psichica (art. 10).

Osservando infatti con più attenzione l'articolo 10 si nota che è diviso in due paragrafi, il primo si basa sulla legislazione a tutela dei Diritti Umani in particolare con riferimento al Convenzione sui Diritti Civili e Politici mentre il secondo paragrafo considera il diritto alla vita e all'integrità fisica in situazioni di conflitto armato e in particolare fanno riferimento a due dei Protocolli Aggiuntivi della Convenzione di Ginevra (protocolli I e II ).

Art. 10
1.Every human being has inherent right to life which shall be protected by law. No one shall be arbitrarily deprived of his or her life. Internally displaced persons shall be protected in particular against:-Genocide-Murder-Summary or arbitrary executions
Enforced disappearances, including abduction or unacknowledged detention, threatening or resulting in death
Threats and incident to commit any of the foregoing acts shall be prohibited

2.Attacks or other acts of violence against internally displaced persons who do not or no longer participate in hostility are prohibited in all circumstances. Internally displaced persons shall be protected in particularly against:
Direct or indiscriminate attacks or other acts or violence, including the creation of areas wherein attacks on civilians are permitted-Starvation as a method of combat-Attacks against their camps or settlements-Use of anti-personal landmines.


La scelta di F.R.Deng di non elaborare un vero e proprio atto di diritto internazionale particolare, come ad esempio un trattato, si fonda sulla convinzione della lunghezza delle procedure che esso avrebbe richiesto, inoltre un trattato avrebbe potuto creare difficoltà dal punto di vista operativo, non potendo in esso inserire concreti guide al lavoro sul campo, che invece risultano indispensabili per gli operatori.

Il documento redatto da Deng, è orientata più verso l'operatività che non verso l'aspetto legale che è tipico dei trattati. In effetti non vengono create nuove norme, secondo Bjorg Pettersson le Linee Guida mettono insieme i più importanti strumenti forniti dal Diritto Umanitario e dalla dottrina dei Diritti Umani riempiendo un vuoto nella protezione ai rifugiati, esplicitando ciò che il diritto internazionale dice solo in forma implicita.

Tra i principi resi chiari ci sono:

1) la proibizione allo spostamento in modo forzato art. 6,

2) il diritto di possedimento di documenti d'identificazione personali art. 20. comma 2,

3) diritto di non essere costretto al
rientro forzato.

Il numero degli sfollati a livello planetario è in un continuo aumento, a causa soprattutto delle innumerevoli guerre intestine che imperversano nel mondo. È stato calcolato che il numero di IDPs varia dai 20 ai 25 milioni di unità, una stima certa è ancora difficile da definire. Secondo i dati del 1999 forniti dall'ACNUR il numero dei rifugiati è in fase di diminuzione rispetto agli anni passati, mentre la situazione degli IDPs continua a procedere verso un aumento spropositato.

Ciò si può spiegare con l'assenza di tutela difficile anche da garantire, in virtù del fatto che sia nel vecchi modello di Diritto Umanitario che nel nuovo, la non ingerenza e la sovranità, sono considerati principi fondamentali e gli sfollati rientrano nella sfera di competenza degli stati di cui sono cittadini. Pur essendo stati fatti passi in avanti nell'intervento verso gli IDPs, come le Linee Guida, la protezione rimane incoerente e insufficiente e così che masse di sfollati rimangono prive di aiuto.

Un'ulteriore causa che ha prodotto l'aumento di IDPs è la fine della guerra Fredda.

L'eliminazione dell' equilibrio mondiale di quegli anni e l'aumento dei conflitti interni, hanno creato il terreno favorevole sul quale antichi antagonismi sono emersi. Le cause dell'aumento sono multiple e complesse, e non bisogna sottovalutare l'iniqua distribuzione della ricchezza, il sottosviluppo e la povertà, che non fa altro che determinare l'inasprirsi della lotta per accaparrarsi risorse sempre più scarse. A seguito di queste difficoltà le tensioni determinano tensioni a carattere etnico, intolleranza religiosa e persecuzione di delle minoranze.

Ulteriori cause produttrici di displacement sono da individuare nell'aumento dei disastri ambientali.

[...]

 
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