INTRODUZIONE
L'Unione Europea gioca un ruolo sempre più importante nella vita di ogni cittadino, sia come unione di popoli che di Stati. L'integrazione attraverso i diritti è il nuovo passo che l'Unione europea deve compiere dopo l'Unione monetaria e l'evoluzione del diritto comunitario.
L'approvazione di una Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, "solennemente proclamata"a Nizza da Parlamento europeo, Consiglio e Commissione, i quali hanno congiuntamente firmato il relativo testo il 7 dicembre 2000 certamente contribuisce a rafforzare una grande tradizione culturale che dall'Illuminismo a Kant, dai Padri Fondatori degli Stati Uniti d'America alla Rivoluzione Francese, giunge fino a noi attraverso la Dichiarazione dei Diritti Umani dell'ONU del 1948 fino al recente Vertice Europeo di Nizza.
Il problema del valore giuridico della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea è ancora aperto e dibattuto. Dal punto di vista formale, la Carta non è stata incorporata nel Trattato di Nizza, né è stato inserito alcun richiamo ad essa nel Trattato sull'Unione europea, ad esempio modificandone l'art. 6 o integrandone il preambolo, secondo un'ipotesi prospettata nella decisione del Consiglio europeo di Colonia, nel 1999, e secondo quanto auspicato dalla Commissione e dal Parlamento europeo. Va ricordato che la pubblicazione del documento è avvenuta nella parte C della Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee , normalmente contenente gli atti privi di valore normativo.
Dal punto di vista sostanziale, tuttavia, la Carta è formulata come un testo giuridico vincolante, essendo stata predisposta in modo che potesse essere incorporata nei Trattati. Inoltre, la Carta riafferma diritti che già godono di uno status giuridico nell'ordinamento dell'Unione ed in quello comunitario: o in quanto direttamente contemplati nel Trattato istitutivo della Comunità europea oppure in quanto principi generali del relativo ordinamento al cui rispetto l'Unione è tenuta in base all'art. 6 del Trattato sull'Unione europea collocato nel titolo I, fra le disposizioni comuni, che confermano l'attaccamento degli Stati membri ai principi della libertà, della democrazia, del rispetto dei diritti dell'uomo, e delle libertà fondamentali nonché dello Stato di diritto.
L'art. 6 è stato immesso nel sistema essenzialmente in vista dell'adesione all'Unione di nuovi Stati le cui tradizioni giuridiche si presentino meno "solide" in materia di rispetto dei principi di libertà, democrazia. Tanto è vero che l'art. 49, relativo alla procedura d'adesione, richiama esplicitamente l'art. 6, par. 1, e che l'art. 7 contempla una procedura sanzionatoria nei confronti dello Stato membro che violi i principi di cui all'art. 6 par. 1. Inoltre, all'art. 2 TUE, dedicato agli obiettivi che l'Unione si prefigge di realizzare, in virtù di una modifica introdotta con il Trattato di Amsterdam, tra gli obiettivi dell'Unione figura quello di "conservare e sviluppare l'Unione quale spazio di libertà, sicurezza e giustizia in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l'asilo, l'immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest'ultima".
Il rispetto dei diritti fondamentali della persona si presenta come una condizione essenziale per la realizzazione di tale scopo, infatti, uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia non può essere tale se non vi sono tutelate le libertà fondamentali dell'individuo ed i suoi fondamentali diritti.
Il percorso dell'Unione europea rischia di diluirsi: all'interno per effetto dell'integrazione a velocità differenziate, e verso l'esterno con l'allargamento ai Paesi dell'Est e del Mediterraneo. Ma la Carta può certamente rappresentare un'assicurazione contro entrambi i rischi in quanto rende visibili i valori comuni alla cittadinanza e definisce il perimetro giuridico per accedere all'Unione e per restarci sulla base di standard uniformi di civiltà.
La Carta potrà essere uno strumento estremamente utile per alimentare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee e per stimolare la loro piena partecipazione al processo di integrazione.
Il Consiglio europeo di Nizza proclamando solennemente la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea ha portato a termine un processo avviato nel giugno del 1999 quando in occasione del Consiglio Europeo di Colonia, si decise di dare mandato ad un organo chiamato Convenzione di redigere il progetto di Carta: in un tempo minore di quello assegnatole ha formulato ed approvato il progetto, poi adottato e sottoscritto a Nizza dai rappresentanti delle tre istituzioni europee Consiglio, Parlamento e Commissione, senza ad essa conferire un valore vincolante e senza includerla nel nuovo Trattato di Nizza, rinviando al futuro ogni decisione circa la natura e la forza giuridica da conferire a tale documento.
Il Parlamento europeo ha apprezzato la novità della "Convenzione" per diversi motivi: perché era composta non solo da rappresentanti dei governi ma anche (ed in maggioranza), da rappresentanti di parlamenti nazionali e del Parlamento europeo oltre che della Commissione; perché lavorava in totale trasparenza, con sedute aperte al pubblico, su documenti sempre disponibili via internet; ed infine, perché aveva consultato le formazioni della società civile (sindacati, associazioni, organizzazioni non governative) interessate a farsi ascoltare .
La Carta rappresenta una grand'occasione per rilanciare i grandi ideali intorno ai quali i cittadini europei hanno deciso di fondare il proprio senso d'appartenenza.
L'Unione Europea, che sin qui si è identificata come spazio geografico ed economico, trova nella Carta un nuovo elemento di condivisione rappresentata dal riconoscimento di principi e valori indivisibili e universali, la loro tutela, il loro sviluppo.
La protezione dei diritti fondamentali è da sempre un contenuto essenziale delle Costituzioni moderne, nonché la principale ragion d'essere del controllo di costituzionalità esercitato dalle Corti supreme nei paesi occidentali dopo la Seconda guerra mondiale.
Si può ormai sostenere che il controllo di costituzionalità in generale, e la protezione dei diritti individuali in particolare, siano ampiamente considerati una condicio sine qua non della democrazia costituzionale e dello stato di diritto dell'epoca contemporanea.
Ma la Carta dei diritti assume anche un valore fortemente simbolico nel progetto di costruzione di un'Europa dei popoli e dei cittadini tracciando la strada verso quel naturale approdo che si chiama Costituzione Europea.
L'obiettivo del primo capitolo del presente scritto, è quello di descrivere la nascita della Carta dei diritti fondamentali proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000, cercando di tracciare le sue origini, le dinamiche che hanno portato all'elaborazione di una Carta dei diritti propria dell'Unione Europea e l'evoluzione subita da tale Carta.
L'obiettivo del secondo capitolo è quello di fornire un'esposizione chiara ed efficace del dibattito condotto in dottrina sull'eventuale esistenza di una costituzione europea.
L'obiettivo del terzo capitolo è quello di presentare l'adeguamento dell'ordinamento interno all'ordinamento comunitario ed i mutamenti costituzionali con particolare riferimento all'Italia nel quadro dell'approvazione ed entrata in vigore della Carta dei diritti.
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