Conclusioni generali
Il sistema "difensivo" costruito da Israele nei territori palestinesi occupati si configura come una misura illegale sotto vari punti di vista.
La penetrazione all'interno del territorio destinato alla costituzione di uno Stato Palestinese, delimitato dalla c.d. Linea Verde, implica un'annessione di fatto del territorio, in violazione del principio di inammissibilità dei territori con la forza.
Pregiudica fortemente la realizzazione del principio di autodeterminazione del popolo palestinese, sottraendogli il controllo del territorio e la sovranità sulle ridorse naturali, e frammentando l'area di applicazione di un tale principio, attraverso la costituzione di enclave (zone chiuse), separate dal resto del territorio palestinese.
Il percorso del muro altera la composizione demografica dei territori palestinesi occupati, attraverso il consolidamento delle colonie israeliane illegalmente stanziate sul territorio, e in considerazione del fatto che molti palestinesi sono costretti a lasciare la propria terra a causa dei disagi provocati dalla barriera e dal regime militare-amministrativo connesso.
Il muro mina le basi economiche e sociali della vita del popolo palestinese, rendendo più difficile la realizzazione di uno Stato Palestinese e il perseguimento di un piano di pace fondato sulla convivenza di due stati autonomi e sovrani. Come si è visto, l'idea di "two States living side by side" è stata accettata e riconosciuta come principio portante dei negoziati di pace, sia dalle parti interessate, sia dalla comunità internazionale in genere.
Nonostante le assicurazioni fornite da Israele sulla temporaneità delle misure adottate, esse rappresentano comunque un "fatto compiuto" capace di condurre ad un'annessione di fatto del territorio. D'altronde, la natura temporanea dell'opera è difficile da sostenere se si considera la portata e la struttura della barriera.
Il muro sembra, dunque, consacrare le misure illegittime adottate da Israele negli anni (occupazione di territori con la forza, trasferimenti di popolazione contrari al diritto umanitario, modifica dello status quo dei territori occupati) vanificando in tal modo ogni sforzo di mediazione. La futura risoluzione della delicata questione palestinese potrà risolversi solo sulla base di negoziati e alla luce del diritto internazionale, e non attraverso atti di forza. Israele, che ha sempre sostenuto il carattere puramente difensivo del muro, ha certo il diritto di difendersi, ma adottando misure rientranti nei limiti stabiliti dal diritto.
La stessa Corte Suprema Israeliana, pur riconoscendo la possibilità per Israele di costruire una tale opera, l'ha ritenuta contraria al principio di proporzionalità, nella misura in cui le esigenze di sicurezza di Israele non erano proporzionate rispetto ai danni arrecati alla popolazione palestinese.
Per questi motivi, e per i motivi espressi nelle pagine precedenti, il muro e il regime connesso, che in alcuni casi si configura come discriminatorio nei confronti della popolazione palestinese, è illegale dal punto di vista del diritto internazionale, consuetudinario e pattizio, e Israele ha l'obbligo di porre termine all'illecito, abbattendo i tratti di muri già costruiti e interrompendo la costruzione di quelli in progetto.
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Bibliografia
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Indirizzi internet
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Documenti
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