Sul diritto alla salute come diritto umano
Il diritto alla salute rappresenta un obbligo legale internazionale degli Stati atto a promuovere e proteggere la salute delle loro popolazioni.
I fondatori dell'OMS hanno dato prova di chiaroveggenza vigilando affinché la salute venisse riconosciuta quale diritto fondamentale dell'uomo nel testo dell'atto costitutivo dell'OMS nel quale si legge che "il godimento del miglior stato di salute raggiungibile costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, opinioni politiche, condizione economica o sociale".
É interessante notare che, per quel che riguarda la salute, la Dichiarazione Universale Dei Diritti dell'Uomo, il cui 50° anniversario è stato commemorato nel 1998, è più sfumata rispetto al Trattato istitutivo dell'OMS. L'art.25 della Dichiarazione proclama che "ogni individuo ha diritto a un livello di vita sufficiente a garantire la sua salute, il suo benessere e quelli della sua famiglia, principalmente per l'alimentazione, il vestiario, l'abitazione, le cure mediche nonché i servizi sociali necessari...". La Dichiarazione Universale pertanto non garantisce un diritto alla salute "per se", ma un diritto alla salute connesso al diritto ad un adeguato standard di vita.
A tutt'oggi, un solo strumento internazionale sui diritti dell'uomo - il Protocollo di San Salvador del 1988 - adottato nel quadro dell'Organizzazione degli Stati Americani - proclama realmente un "diritto alla salute", sempre che quest'espressione sia interpretata nell'articolo pertinente a significare "il possesso del più alto grado di salute fisica e mentale e di benessere sociale".
Esistono attualmente numerosi strumenti internazionali attinenti ai diritti dell'uomo che si riferiscono alla salute e ai problemi a essa correlati. I più importanti tra essi sono:
- il Patto Internazionale sui diritti Economici, Sociali e Culturali del 1966
- la Convenzione sull'Eliminazione di ogni forma di discriminazione femminile del 1979
- la Convenzione relativa ai diritti dell'infanzia del 1989.
Il Patto sui Diritti economici, Sociali e Culturali (International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights) è stato promosso dalle Nazioni Unite allo scopo di evidenziare l'obbligo legale necessario per promuovere il diritto alla salute. Il Patto traduce in legge essenzialmente ciò che la Dichiarazione Universale ha dichiarato . Quest'ultima costituisce, infatti, la base normativa per il Patto che può essere considerato lo strumento più significativo delle Nazioni Unite atto a garantire un diritto alla salute.
L'art.12.1 del Patto assicura il diritto di ogni individuo a godere delle migliori condizioni di salute fisica e mentale che sia in grado di conseguire. Il Patto prevede anche, inter alia, che ogni nazione, alla massima portata delle sue risorse disponibili, intraprenda iniziative finalizzate a raggiungere il più alto livello di salute fisica e mentale per tutti gli individui, senza discriminazione.
L'art 12.2 del Patto identifica gli interventi che gli Stati Parte dovranno compiere per assicurare la piena attuazione di questo diritto, comprendendo quelli necessari per:
a. la diminuzione del tasso di nati-morti e della mortalità infantile nonché il sano sviluppo dei fanciulli
b. miglioramento di tutti gli aspetti dell'igiene ambientale e industriale
c. profilassi, cura e controllo di malattie epidemiche, endemiche, professionali e d'altro genere
d. creazione di condizioni che garantiscano a tutti servizi medici e assistenza medica in caso di malattia.
Sebbene il Patto non specifichi il preciso obiettivo degli obblighi dei singoli Stati Membri l'ampio contenuto della norma è relativamente chiaro. Essa riconosce che il diritto alla salute rappresenta un elemento essenziale della dignità umana. L'art.12 rispecchia il concetto fondamentale di eguaglianza e di non discriminazione nel promuovere la salute di ogni individuo.
Il diritto alla salute non costituisce un diritto alla buona salute individuale (si tratta del diritto a certe condizioni per la salute e non del diritto alla salute). Esso non è neppure sinonimo di diritto all'assistenza sanitaria, in quanto l'assistenza sanitaria è soltanto una componente dell'art.12 (il Patto chiarisce che il diritto alla salute di un individuo non dipende esclusivamente o essenzialmente dall'organizzazione dei servizi sanitari). Inoltre il diritto alla salute non sottende necessariamente il libero accesso ai servizi sanitari dal momento che il Patto prescrive soltanto prestazioni sulla base della non discriminazione per coloro che non possono provvedere autonomamente. Il diritto alla salute non può essere concettualmente o praticamente isolato dagli altri diritti umani indicati articolo per articolo nella Carta Internazionale dei diritti Umani, compresi vita, alimentazione, educazione e sicurezza sociale.
La salute individuale è essenziale al godimento dei diritti umani, è requisito indispensabile per la partecipazione alla vita sociale, politica ed economica. Infine il diritto alla salute rappresenta un concetto dinamico: come la società, la tecnologia, e i mezzi che migliorano la condizione umana sono in continua evoluzione, nella stessa direzione deve evolversi la finalità degli obblighi degli Stati in conformità all'art.12.
Sebbene il Patto imponga obblighi internazionali agli Stati per aiutare altre nazioni nella realizzazione del diritto alla salute, il dovere primario di garantire questo diritto spetta agli Stati Parte nei confronti delle rispettive popolazioni. Oltre ad assicurare assistenza tecnica ed economica ad altre nazioni secondo l'art.2 del Patto "l'accettazione internazionale dei diritti umani è vista nel contesto del sistema di stato, con obblighi limitatamente agli individui della propria società".
Lo scopo dell'obbligo di realizzare il diritto alla salute potrebbe essere esteso. Le sfide sanitarie internazionali emergenti, inclusa l'HIV/AIDS suggeriscono che la comunità mondiale non isoli, né concettualmente né praticamente, le problematiche sanitarie di una nazione da quelle di altre nazioni. Il dovere di uno stato di provvedere alle condizioni di salute della popolazione locale può implicare alcuni obblighi di assistenza multilaterale ai settori sanitari di altri Paesi.
L'OMS ha un ruolo importante nell'attuazione delle disposizioni di tutti questi Strumenti Internazionali inerenti alle problematiche sanitarie. Essa lavora in stretta collaborazione con l'Alto Commissariato dei Diritti dell'Uomo, con le Istituzioni che esaminano i rapporti presentati dagli Stati Parte in applicazione degli strumenti soprammenzionati e con gli Stati Membri ai quali essa fornisce assistenza per tradurre nella realtà le disposizioni di questi strumenti.
L'OMS ha contribuito ad elaborare le linee direttrici allo scopo di aiutare i Paesi a redigere i rapporti che devono essere regolarmente sottoposti agli organi incaricati dell'applicazione dei trattati.
1. L'OMS partecipa ai lavori della Commissione dei Diritti dell'Uomo e alla Sottocommissione della Lotta contro le Misure discriminatorie e della Protezione delle Minoranze. Tra le numerose problematiche che si riferiscono direttamente o indirettamente alla salute e che sono state esaminate dalla Commissione nel corso del 1997 occorre citare: i diritti dell'uomo e l'estrema povertà, i diritti e l'ambiente, gli effetti nefasti del trasporto e degli scarichi illeciti di rifiuti tossici e di prodotti dannosi, la violenza sulle donne, i diritti dell'uomo e la bioetica, le pratiche tradizionali che colpiscono la salute delle donne e dei bambini, i diritti dell'uomo e l'HIV/AIDS, i diritti dell'uomo e gli esodi massicci, le persone emarginate all'interno dei loro Paesi, i diritti dell'uomo delle persone affette da handicap, atti di accuse di prelievi illeciti di organi e tessuti nei bambini e le popolazioni autoctone. Oltre agli strumenti internazionali relativi ai diritti dell'uomo che hanno forza obbligatoria, tutta una serie di conferenze mondiali tenute recentemente sotto gli auspici dell'Organizzazione delle Nazioni Unite hanno tratto conclusioni che riguardano il settore della sanità nel suo complesso e i diritti dell'uomo.
2. L'OMS ha svolto un ruolo attivo durante la Conferenza Mondiale di Vienna sui Diritti dell'Uomo tenutasi nel 1993 che resterà nella storia come il primo forum mondiale che ha inequivocabilmente dichiarato che "i diritti della donna fanno parte dei diritti della persona umana". Grazie in parte al ruolo dell'OMS nel perorare a favore di quest'idea, la Dichiarazione e il Programma d'Azione di Vienna hanno proposto un quadro di attività da intraprendersi su scala internazionale e nazionale al fine di tradurre questo concetto in realtà. Uno dei contributi dell'OMS a questa conferenza è stato l'elaborazione di un documento successivamente pubblicato dall'Organizzazione dal titolo "La salute delle donne e i diritti dell'individuo: la promozione e la protezione della salute femminile mediante il diritto internazionale relativo ai diritti dell'uomo".
3. Nelle attività di stimolo che essa opera in questo campo, l'OMS beneficia del sostegno concreto della Commissione Mondiale per la Salute Femminile, un organismo internazionale di politica e di discussione ad alto livello creato dal Direttore Generale dell'OMS. Questa Commissione è particolarmente attenta al problema della violenza sulle donne, all'educazione per la salute delle donne e delle ragazze e alla morbilità e mortalità materna. Queste problematiche sono indissolubilmente legate al pieno esercizio di tutti i diritti della persona umana da parte delle ragazze e delle donne.
4. Buona parte degli aspetti dei diritti dell'uomo relativi alla salute affrontati a Vienna sono in seguito stati ripresi ed illustrati nel quadro della Conferenza Internazionale sulla Popolazione e Sviluppo (Cairo, settembre 1994), del Summit mondiale per lo sviluppo sociale (Copenaghen, marzo 1995) e della Quarta Conferenza sulle donne (Beijing, settembre 1995).
5. L'OMS ha anche preso parte alla stesura dei principi per la protezione delle persone colpite da malattie mentali e per il miglioramento delle cure in fatto di salute mentale, i quali sono stati adottati dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1991; essa ha anche collaborato alla stesura della Dichiarazione Universale sul Genoma Umano e i Diritti dell'Uomo, adottata dalla Conferenza generale dell'UNESCO nel novembre 1997.
Il "diritto alla salute", più attuale che mai, non ottiene ancora tutta l'attenzione che merita e molto rimane da fare in termini di promozione e protezione di questo diritto dell'uomo. L'OMS intraprenderà altre attività nei prossimi anni a favore della salute nel contesto dei diritti dell'uomo con la collaborazione di numerosi partner internazionali, governativi e non governativi. Queste partnership le permetteranno di:
- fare sforzi per definire con l'aiuto degli organi incaricati dell'applicazione dei trattati ciò che s'intende per "diritto alla salute", vale a dire gli obblighi che ne derivano per gli Stati firmatari
- cooperare con gli Stati Membri sul problema della protezione e della promozione della salute e dei diritti dell'uomo
- elaborare programmi afferenti la salute nel quadro dei diritti dell'uomo indirizzati ai professionisti della sanità, ai responsabili locali e ad altri interessati
- vigilare affinché i dati e le informazioni disponibili in materia di salute siano messi a disposizione di entità quali gli organismi di difesa dei diritti dell'uomo, gli organi incaricati dell'applicazione dei trattati e le Organizzazioni non Governative poiché essi rappresentano preziosi indicatori del rispetto o del non rispetto dei diritti dell'uomo.
- sensibilizzare i professionisti sanitari agli aspetti del loro lavoro quotidiano che vertono sulla salute e sui diritti dell'uomo, allo scopo di contribuire al godimento del miglior stato di salute "da parte dei bambini, delle donne, degli anziani, degli handicappati, delle persone affette da turbe mentali, dei malati ospedalizzati o meno e di altri gruppi vulnerabili o potenzialmente vulnerabili in tutte le nostre società".
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