Su proposta del Gabinetto imperiale di Russia, una commissione militare internazionale si è riunita a Pietroburgo per esaminare l'opportunità di vietare l'uso tra le nazioni civili di certi proiettili in tempo di guerra; tale commissione ha fissato, di comune accordo, i limiti tecnici entro i quali la necessità bellica deve arrestarsi per tener conto delle esigenze dell'umanità; i Sottoscritti sono ora autorizzati dai loro rispettivi governi a dichiarare quanto segue:
Considerando:
- che i progressi della civiltà devono produrre l'effetto di attenuare, nei limiti del possibile, le calamità della guerra;
- che il solo scopo legittimo che gli Stati devono prefiggersi durante la guerra è l'indebolire le forze militari del nemico;
- che a tal fine è sufficiente mettere fuori combattimento il più gran numero possibile di nemici;
- che si va al di là dello scopo anzidetto se si usano armi che aggravano inutilmente le sofferenze degli uomini messi fuori combattimento o ne rendono la morte inevitabile;
- che l'uso di tali armi sarebbe pertanto contrario alle leggi dell'umanità.
Le parti contraenti si impegnano a rinunciare reciprocamente, ove scoppi una guerra tra loro, all'uso, da parte delle loro truppe di terra o di mare, di tutti i proiettili di peso inferiore a 400 grammi, che siano esplosivi o carichi di materie fulminanti o infiammabili.
Esse inviteranno ad aderire al presente impegno tutti gli Stati che non abbiano partecipato, mediante loro delegati, alle deliberazioni della commissione militare internazionale riunita a Pietroburgo.
Questo impegno non è obbligatorio che per le parti contraenti o aderenti, in caso di guerra tra due o più di esse; non è invece applicabile nei confronti delle parti che non siano contraenti o che non vi abbiano aderito.
Parimenti, esso cesserà di essere obbligatorio dal momento in cui, nel corso di una guerra tra parti contraenti o aderenti, una parte non contraente o aderente si unisca ad uno dei belligeranti.
Le parti contraenti o aderenti si riservano di consultarsi ulteriormente ogni qualvolta vengano formulate proposte precise dirette a tener conto dei perfezionamenti che la scienza apporti in futuro allo armamento delle truppe, allo scopo di tener fermi i principi che esse hanno posto e di conciliare le necessità della guerra con le leggi dell'umanità.
Fatto a Pietroburgo il 29 novembre (11 dicembre) 1868.
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