La tragedia che l'11 settembre 2001 ha colpito gli Stati Uniti d'America, e con essi l'umanità tutta, non può essere giustificata in alcun modo.
Oltre alla condanna per l'uso della violenza diretta contro civili, ci sentiamo di condividere con tutti le donne e gli uomini di pace il sentimento di angoscia e di smarrimento.
La parola non può però passare alle armi.
La violenza porta sempre altra violenza.
La risposta a quest'atto terroristico non deve essere di tipo militare, non deve portare solo ad un inasprimento delle misure di sicurezza nei diversi stati occidentali, ma deve essere anche sviluppata su un piano politico, diretta - attraverso le opportune misure di coordinamento e di cooperazione internazionale - ad eliminare quelll'ingiustizia sociale che concorre a creare consenso agli estremisti.
Deve essere occasione per una reazione di ampio consenso democratico contro la violenza ed il terrorismo, attraverso una reazione non limitata - come si ipotizza - ad azioni di Stati appartenenti a coalizioni esclusive o ad alleanze regionali, ma attraverso azioni insierite nel quadro delle azioni politiche dell'Unione europea e, su scala globale, delle Nazioni Unite.
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