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 pubblicato il 26 marzo 2000

Mai più guerra

Sette proposte per costruire una rete costituente per la Pace

Pubblicazioni Centro Studi per la Pace
Sito Internet - www.studiperlapace.it

 



 

Oggi rilanciare l'iniziativa politica dei soggetti associati, dei popoli e dei parlamenti contro questo ordine della guerra ci sembra l'impegno fondamentale. E questa iniziativa ha bisogno di reggersi su una rete solidale di soggetti che condividano il principio della pace, come nuovo elemento sistemico e ordinatore delle relazioni in senso sociale, simbolico, politico, istituzionale, vera base di un ordine mondiale alternativo.

La strada per costruire un ordine mondiale fondato sulla pace è quella di scegliere la neutralità dell'Italia e dell'Europa rispetto alle alleanze militari e alle strategie di guerra. Neutralità come superamento di ogni nazionalismo, di ogni politica di riarmo e di militarizzazione dei territori. Una neutralità unita alla cooperazione internazionale con lo sviluppo di pratiche attive di pace verso tutti i paesi in difficoltà.

I punti seguenti costituiscono i terreni di impegno politico su cui i soggetti e le associazioni aderenti al progetto di "Costituente per la pace" si impegnano a sviluppare iniziative locali e di coordinamento.


 

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1. Giudizio di illegalità del "nuovo concetto strategico" della Nato, così come approvato dai capi di governo a Washington il 24 aprile 1999 e mai discusso dai Parlamenti nazionali ed europeo. Contestarlo significa opporsi ad un pilastro fondamentale del nuovo ordine mondiale che rilegittima la guerra a tutto campo come strumento di governo del mondo da parte dell'Alleanza e trasforma la Nato da strumento di autodifesa dei paesi associati a gigantesca macchina da guerra per le nuove ingerenze militari ed autorità sovranazionale in sostituzione dell'Onu. Costruire una campagna di opposizione per ottenere la chiusura delle basi Nato in Italia, e la riconversione delle stesse basi militari italiane mettendo al centro dell'attenzione politica il problema della presenza oppressiva rappresentata dalle basi straniere nel nostro territorio, così come negli altri paesi europei, e più precisamente dell'assoluta impossibilità delle popolazioni di esercitare qualsiasi controllo democratico sulle presenze, attività, circolazione di armi e di mezzi militari.

2. La difesa dei diritti umani costituisce una tappa fondamentale della civiltà moderna, obiettivo da riaffermare, estendere e consolidare, come hanno fatto le donne a Pechino dichiarando che i loro diritti fanno parte integrante dei diritti umani. Ma la difesa dei diritti umani esclude il ricorso alla guerra che di essi è la massima violazione. Perché siano tutelati in tutti i luoghi in cui vengono violati occorrono regole condivise, istituzioni sovranazionali, modalità di intervento non militare legittimate da accordi democraticamente stabiliti. I diritti umani non debbono offrire il pretesto per quella strategia dell'ingerenza umanitaria su cui si fondano oggi la nuova Nato e il nuovo ordine mondiale.
 
Occorre pertanto esprimere in tutte le sedi competenti il più radicale giudizio di illegalità della "ingerenza bellica" (che è stata giustificata dall'imbroglio "umanitario" dei diritti umani). Occorre criticare la pretesa autorità "sovranazionale" della Nato e degli Usa e la pretesa dell'Occidente di detenere il monopolio etico in materia di diritti umani, cosa che gli consente di intervenire dove quando come vuole in difesa dei propri interessi, ponendosi in un'ottica di crociata ideologica simile a una forma di inedito fondamentalismo occidentale. In tal modo si va costruendo un illegittimo regime dispotico e autoritario, governato dalle superpotenze che non supera i nazionalismi ma li utilizza strumentalmente sussumendoli al suo interno.

3. Opzione per il disarmo, per la smilitarizzazione dei territori, dei bilanci nazionali ed europei, delle coscienze. Si potrebbe articolare nei seguenti punti:

    a) nuova politica di non-proliferazione nucleare, contro la ripresa dei tests nucleari e del riarmo atomico lotta per la ratifica ed il rispetto dei trattati russo-americano e rilancio di una nuova convenzione internazionale per il disarmo nucleare;
    b) sospensione della produzione e vendita di armi, per ottenere la cessazione di questo mercato e delle sue ramificazioni più o meno clandestine;
    c) messa al bando delle armi che definiamo "contro l'umanità", quelle chimiche, quelle batteriologiche, quelle all'uranio impoverito, quelle a grappolo e a frammentazione, quelle al napalm, le mine antiuomo e tutte quelle che seminano morte tra i civili e distruzione delle risorse di vita;
    d) critica all'esercito professionale, funzionalizzato alle nuove esigenze militari della Nato e in contrasto col ripudio costituzionale della guerra. Per un nuovo modello di difesa popolare nonviolenta aperto a uomini e donne e per il sostegno al servizio civile. Per una critica del modello delle donne-soldato;
    e) una campagna diffusa contro la politica degli embarghi e per la dissociazione italiana e europea;
    f) campagna per la riduzione delle spese miliari da dirottare verso il risanamento dei debiti del terzo mondo e verso le spese sociali;
    g) lotta al segreto di stato per una completa trasparenza delle decisioni in materia militare.

4. Sviluppo di pratiche di pace, osservatori, negoziati, aiuti, interventi di vera "assistenza" e mai più di "ingerenza" umanitaria, di prevenzione dei conflitti, di autorganizzazione e cooperazione.

5. Avvio di un processo democratico dal basso per tutte le grandi scelte che riguardano le relazioni tra i popoli e le aree del mondo, sottraendo il monopolio delle decisioni al Consiglio di sicurezza e cercando di dare valore all'Assemblea dell'Onu per verificare la possibilità di un suo rilancio al di fuori del controllo operato dagli Usa. Va aperta una discussione nella società, nelle assemblee elettive, in tutte le sedi pacifiste, presso tutti i soggetti competenti in diritto internazionale per studiare la possibilità di un'autentica riforma dell'Onu.

6. Formulazione a livello internazionale di una solenne dichiarazione del diritto universale alla pace come garanzia per la vita delle persone e dei popoli e dunque come pre-condizione per tutti gli altri diritti umani.

7. Campagna culturale e politica, a livello nazionale ed europeo, contro il potere dei Media, per una critica radicale alle manipolazioni ideologiche a favore della "guerra umanitaria".


 

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La proposta è di costruire una rete per una Costituente per la pace, un organismo di democrazia diretta che si autoconvoca, formato dai soggetti collettivi che si riconoscono nella Carta della Pace.

Aderiscono:
Forum delle donne del Prc, Un ponte per..., Loc, Rivista Marea, Il Paese delle donne, Wilpf (Lega Internazionale delle donne per la Pace e la Libertà), Rivista Guerre e Pace, Cred - Filo d'Arianna, Rivista Alternative Europa, Osservatorio sul lavoro delle donne di Milano, Comitato permanente contro la guerra di Milano, Edizioni Odradek, Sezione italiana del Tribunale indipendente contro i crimini della Nato in Jugoslavia, Comitato per la democrazia internazionale, Rialtoccupato, The Bertrand Russell Peace Foundation, Commissione Pace Prc, Arcilesbica Nazionale, Ufficio Nuovi Diritti Cgil Nazionale, A. C. Gruppo Laico di Ricerca, Comitato contro la guerra di Fano, Associazione Casa della donna di Pisa, Associazione e Rivista Mezzocielo, gruppo Diritto e giustizia della Federazione romana del Prc.

Elettra Deiana, Nella Ginatempo, Lidia Menapace, Luigi Pintor, Valentino Parlato, Ken Coates, Raniero La Valle, Fausto Bertinotti, Giovanni Franzoni, Gerard Lutte, Domenico Gallo, Luigi Ferrajoli, Fabio Marcelli, Adriana Buffardi, Imma Barbarossa, Giovanna Capelli, Giorgio Cremaschi, Franco Russo, Fabrizio Giovenale, Isidoro Mortellaro, Augusto Illuminati, Eduardo Galeano, Gianni Ferrara, Giovanni Russo Spena, Fabio Alberti, Paolo Amati, Giusi Ambrosio, Ritanna Armeni, Angela Azzaro, Marco Berlinguer, Lina Bianconi, Tiziana Boari, Luciana Brandi, Giuseppe Bronzini, Paolo Cacciari, Maurizio Caldarola, Lanfranco Caminiti, Lidia Campagnano, Maria Grazia Campari, Loris Campetti, Carla Casalini, Giuliana Castelli, Gabriele Cerminara, Giovanna Coni, Rita Corneli, Marinella Correggia, Sandro Curzi, Anubi D'Avossa Lussurgiu, Stefano De Angelis, Francesco De Blasi, Peppe De Cristofaro, Claudio Del Bello, Titti De Simone, Tommaso Di Francesco, Erminia Emprin, Sara Fornabaio, Melo Franchina, Daniela Frascati, Sancia Gaetani, Rina Gagliardi, Marco Gemignani, Roberto Giammanco, Fulvio Grimaldi, Nora Habed, Domenico Jervolino, Gianfranco Laccone, Monica Lanfranco, Piero Maestri, Ramon Mantovani, Alidina Marchettini, Citto Maselli, Sandro Medici, Roberto Minervino, Elena Mingheri, Mirella Monaco, Raoul Mordenti, Luisa Morgantini, Rosangela Mura, Roberto Musacchio, Alfio Nicotra, Cristina Papa, Luciana Piddiu, Roberto Pignone, Paolo Pioppi, Marina Pivetta, Patrizia Politelli, Gabriele Polo, Alma Ponente, Giuseppe Prestipino, Ambretta Rampelli, Carla Ravaioli, Luciano Ricci, Annamaria Rivera, Elio Romano, Mariagrazia Rossilli, Maria Grazia Ruggerini, Antonia Sani, Mirella Sartori, Giacomo Schettini, Patrizia Sentinelli, Antonia Tomassini, Maria Gigliola Toniollo, Lucio Triolo, Aida Turrini, Cristina Tuteri, Barbara Valmorin, Iaia Vantaggiato, Nichi Vendola, Pasquale Vilardo, Luigi Vinci, Pasquale Voza.

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